Informazioni personali
- Mauro Vergari
- Roma, Roma, Italy
- Nato a Roma 23 settembre del 1960, laurea in scienze motorie. Dal 1993 mi interesso alla tv satellitare come strumento di crescita culturale. Fondo il gruppo Club Amatori Sat poi detto MOVIMENTO ITALIANO TELEUTENTI SAT riconosciuto da EUTELSAT. 13 gennaio 1998 aderisco ad ADICONSUM come resp. del settore NUOVE TECNOLOGIE. Dal 2008 anche del settore telecomunicazioni. Scrivo numerosi articoli, due guide del consumatore dedicate alla tv satellitare e alla banda larga. Ottobre 2008 rappresento il CNCU nel "Panel sulla tv digitale" di confindustria e nel CNID coordino il gruppo "comunicazione e assistenza utenti"; Ideatore del progetto itinerante DIGITALE CHIARO, per 3 anni in giro per l'Italia spiegando il passaggio alla tv digitale. Sono conciliatore Telecom, Wind,Fastweb, Vodafone, Teletu, Alitalia. Nel 2012 Realizzo il progetto DIFENDI IL TUO AVATAR per sensibilizzare gli utenti su come proteggere la propria identità in rete. Dal 2013 rappresento il CNCU "nel tavolo dedicato alle interferenze LTE".Da 17/5/13 al4/12/14 sono segretario dell' Adiconsum Roma Capitale - Rieti e Lazio.

Pagine
lunedì 23 luglio 2012
SKY GO non funziona per Android.
Questa è una delle tante pubblicità di SKY che non dice il vero.
Non è affatto possibile vedere SKY con un tablet perchè occorre avere solo il tablet che vuole SKY!
Con un tablet con S.O. Android non si vede assolutamente nulla.
Dimenticavo se è Samsung T10 si.
Cose che capitano. Ma SKY non è sola perchè anche la RAI non si vede su Android e neanche Mediaset.
Evviva la neutralità tecnologica.
domenica 15 luglio 2012
SE RAI DEVE FAR VEDERE I PROPRI CANALI AGLI ABBONATI SKY CI SIA RECIPROCITA’ E SKY FACCIA VEDERE I PROPRI CANALI AGLI UTENTI TIVU’SAT.
La recente sentenza del TAR che annulla in parte la delibera
519/09/cons dichiarando che la RAI non può oscurare alcuni programmi sulla piattaforma
di SKY solleva vecchie problematiche, sempre denunciate da Adiconsum, irrisolte a danno dei consumatori. Questi infatti ancora nel 2012, nonostante la
tv terrestre sia tutta digitale e visibile solo con decoder, nonostante il
consolidamento delle Pay tv sia sul
terrestre che sul satellite, nonostante l’interattività attraverso la banda
larga, nonostante l’accettazione teorica del diritto alla neutralità
tecnologica, continuano a non poter usufruire liberamente dei servizi
multimediali disponibili, attraverso un
unico apparato, incrementando i costi di accesso. La soluzione esiste da tempo
ma si continua a far finta di nulla, si chiama Simulticrypt ovvero reciprocità.
Proseguiamo per gradi e vediamo cosa è accaduto. Tutto
origina dall’avvento della tv digitale e dalla possibilità di criptare i canali
per permettere la visione in esclusiva a determinati spettatori, in certi casi
paganti se abbonati alla pay tv o residenti in uno stato quando guardano
programmi che non hanno diritti per l’estero. Per criptare e necessario
utilizzare una codifica e per farsi vedere è necessario un decoder che abbia le
chiavi per decodificare la stessa codifica. Per offrire ai consumatori la predisposizione alla visione, oltre i canali in chiaro, anche
di tutto ciò che è trasmesso criptato o si forniscono decoder abilitati al
varie decodifiche (multicrypt) o tutte le emittenti trasmettono con le varie codifiche
utilizzate in uno spirito di reciprocità (simultcrypt).
I problemi nascono però quando un emittente usa una codifica
che non vuol far usare a nessun altro, è il caso di SKY che usa la codifica NDS. Con
questa codifica non si può usare il multicrypt perché, fino ad ora, non viene
concessa la licenza a chiunque lo voglia
(solo casi eccezionali), per costruire
apparati capaci di decodificare, tranne quelli offerti dalla stessa SKY e non
si può usare il simultcrypt perché non viene concesso l’utilizzo ad altri di
questa codifica.
Vediamo la situazione attuale. Sul digitale terrestre non ci
sono problemi perché tutte le emittenti che codificano utilizzano sistemi che i
produttori di decoder possono richiedere e introdurre direttamente negli apparati o si costruiscono Cam che inseriscono gli stessi consumatori nei decoder in base alle varie
necessità, facilitando quindi il multicrypt e offrendo al consumatore il pieno
accesso a tutto il criptato.
Sul satellite invece da quando c’è SKY ci sono problemi. Finche SKY è stata l’unica a codificare i
propri canali tutto è andato liscio. Successivamente SKY ha anche deciso di
integrare il proprio decoder satellitare con quello terrestre grazie ad una
piccola pennetta da inserire nel decoder, ovviamente solo per i canali terrestri
non criptati. I problemi nascono però per gli utenti che decidono o sono
costretti a utilizzare solo la piattaforma satellitare. La RAI, Mediaset e LA7
sul satellite, per motivi di diritti televisivi non pagati per l’estero, devono
criptare alcuni programmi ma devono anche – soprattutto il servizio pubblico- garantire
la visione ai cittadini italiani. Adiconsum per garantire il diritto dei
consumatori di utilizzare liberamente qualsiasi piattaforma trasmissiva,
compresa quella satellitare, si è molto
adoperata, soprattutto chiedendo ad Agcom un intervento per obbligare la RAI a
farsi vedere , integralmente, sulla piattaforma trasmissiva satellitare, nel rispetto del contratto di servizio che
obbliga il servizio pubblico a farsi vedere da tutti i cittadini, non su una
piattaforma commerciale come quella di SKY che caso mai, con propri mezzi, provvederà a far vedere ai propri abbonati i
programmi RAI. La soluzione, anche meno onerosa per il servizio pubblico e
quindi per tutti i cittadini è la costituzione di una specifica società –Tivù Srl- che fra i suoi compiti ha anche quello di
garantire, gratuitamente, la visione dei
canali trasmessi sul terrestre anche sul satellite con l’utilizzo della
codifica Nagravison. Agcom approva, con la delibera messa ora in discussione dal
TAR, la scelta presa sembrava risolvesse tutti i problemi.
Di conseguenza alcuni programmi Rai e Mediaset non sono più visibili con il
decoder SKY che decodifica solo NDS ma diventano visibile a tutti i cittadini
che non si abbonano a SKY. La pay tv satellitare fa ricorso al TAR e non fa nulla per garantire la visione dei
canali criptati (basta dotare i propri decoder di cam) costringendo i propri
clienti ad acquistare, spendendo altri soldi, un apparato adatto alla ricezione
dei canali TivùSat,
Arriviamo ad oggi. Il TAR ribadisce il diritto, ovviamente
condiviso, degli abbonati SKY di vedere
i canali Rai sul satellite in modo integrale ma conferma anche la piena legittimità
della costituzione della società Tivù con una prospettiva di garanzia dell’ interesse
pubblico con Tivùsat.
Come si risolve allora il problema visto che la RAI codifica
in Nagravisone e SKY in NDS? Il problema è che la RAI usa una codifica aperta e
SKY come dichiara la stessa sentenza un sistema chiuso: “il fatto che il sistema NDS sia
un sistema chiuso, giustifica ulteriormente la scelta di Rai di consentire la
diffusione satellitare della programmazione anche attraverso ulteriori
piattaforme distributive, come quella TivùSat, che operano attraverso sistemi
di codifica aperti, e in quanto tale potenzialmente idonei a garantire
una più ampia ed agevole diffusione”.
Nonostante la legittimità di TivùSat,e
quindi la validità di criptare con Nagravision (sistema aperto idoneo alla
massima diffusione), per il TAR la RAI deve far vedere i propri canali anche
con il decoder di SKY, almeno così scrivono i principali giornali, utilizzando,
quindi, anche la codifica NDS, con maggior oneri che ricadono poi sempre sui
stessi cittadini contribuenti.
Il TAR della RAI infatti scrive: "potrà consentire la messa a disposizione
della propria programmazione di servizio pubblico a tutte le piattaforme
commerciali che ne faranno richiesta nell'ambito di negoziazioni eque,
trasparenti e non discriminatorie e sulla base di condizioni verificate dalle
Autorità competenti. Il
TAR quindi va decisamente nella direzione del Simulcrypt visto che nulla si
dice della tipologia di decoder e della azioni che SKY potrebbe fare per far
vedere i canali RAI.
Non siamo affatto contrari
al Simulcrypt, soluzione che nel passato fu adottata da Stream e TELE+’, su
proposta proprio di Adiconsum, perché è la più semplice e la più economica per
i consumatori che non devono comprare più decoder.
Per funzionare però e
necessaria la reciprocità, altrimenti si avvantaggia un azienda nei confronti
di un'altra e si discriminano gli utenti . Non comprendiamo perché chi usa il
decoder SKY dovrebbe avere diritto di
vedere la RAI ma quelli che utilizzano apparati TivùSat non dovrebbero poter vedere i
canali di SKY, provocando di fatto una forte discriminazione. Ugualmente non
comprendiamo perché solo la RAI dovrebbe trasmettere con la codifica delle
piattaforme commerciali che ne fanno richiesta e SKY non dovrebbe anche lei concedere
tale diritto, quindi anche alla piattaforma TivùSat. In tal modo tutti coloro
che vedono la televisione con la piattaforma trasmissiva satellitare sarebbero
messi nelle condizioni di vedere con un solo apparato (con un forte risparmio
dei costi ed una vera libera concorrenza)tutte le piattaforme commerciali - non solo la Rai - e tutti i canali in
chiaro.
La RAI promette ricorso alla decisione del TAR perché ritiene
che rispetta già ora il contratto di servizio attraverso TivùSat e perché non
vuole oneri per garantire la visone agli abbonati SKY. La reciprocità, però, garantirebbe
il diritto di tutti ottemperando anche alla sentenza del TAR. SKY manterrebbe
il suo sistema proprietario NDS che le
garantisce sicurezza, concedendo l’uso solo ad altre piattaforme con garanzie
certe e senza cederla a società costruttrici di decoder, TivùSat e quindi la Rai
concederebbe di criptarei propri canali con NDS, senza oneri, in cambio della possibilità di far vedere SKY
anche a chi utilizza tale piattaforma (1.500.000 utenti) e soprattutto i consumatori, senza doversi
complicare la vita e sostenere altri costi, potrebbero avere libero accesso a
tutti i canali televisivi sia criptati che in chiaro con gli apparati attualmente
in loro possesso.
Il TAR con la sua sentenza ha ribadito solo il diritto dei clienti di SKY ma Adiconsum ha
a cuore i diritti di tutti consumatori/contribuenti.
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